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29/05/08

Chat di Kataweb e community

Svariati anni fa, con il progetto regionale di un computer in ogni casa, quello del titolo era uno spazio affollatissimo e conosciutissimo.
Di recente, le stanze di Kataweb, migrate nel gruppo editoriale L'Espresso, hanno attraversato intervalli difficili con meno ospiti, perché gli scenari che sono venuti in seguito, e cito Skype, conquistano l'attenzione senza temere confronti con nessuno.
Tutte le istruzioni non sono più valide e, molto probabilmente, il potere scaturito dalle innovazioni successive, ha contribuito a far chiudere questo posto. Eppure ci aveva fatto felicemente compagnia per tanto tempo.


I nomi celebri dei VIP invitati.

Con l'esempio vi riporto alla mente il palcoscenico virtuale con i personaggi di successo della musica, dell'arte o del cinema che venivano proposti dopo un appuntamento concordato per un giorno preciso e con l'ora annunciata in anteprima, in modo da dare l'opportunità ai fan di parlare con i VIP.

Direi che la chat statica che usava esclusivamente il testo, ha anticipato gli Hangout di Google+, naturalmente con le dovute sottrazioni di carattere innovativo.
Apro, quindi, una leale parentesi per specificare l'arretratezza delle community nel decennio di riferimento, però il paragone deve tener conto che si sta discutendo di un contesto lontano anni luce dal presente. All'epoca l'avvio di una videoconferenza era inimmaginabile per la scarsa qualità della connessione e dei software posseduti in casa, dunque lo scambio di messaggi testuali concretizzava già un miracolo, soprattutto se si pensa che la partecipazione avveniva direttamente con un'icona famosa nel campo dello spettacolo.

Secondo me, l'esperimento ha vinto con la previsione sensata di far aumentare la fama in una nascente scena su internet che, conviene ribadirlo, fino a qualche lustro fa non era lontanamente come la viviamo ora.
Le conversazioni pubbliche degli approfondimenti a tema venivano salvate e chiunque poteva leggere le domande e le risposte che liberamente erano state gettate all'attenzione di chi fino a quel momento si osservava solo davanti ad una tv fredda (dal punto di vista del coinvolgimento comunicativo) o sul giornale e in radio.
Non prendete questa frase come una critica, poiché sappiamo che ogni mezzo ha i suoi pregi così come non mancano i difetti.

La decisione della chiusura del ramo di Kataweb (attualmente trasformato in TvZap), è arrivata all'improvviso con la segnalazione di colore rosso che ha evidenziato l'imminente blocco.
Ovviamente la scelta sopportava perplessità inevitabile, infatti, nelle ultime stagioni, il genere di siti storici sono sempre vuoti.

Non vi nascondo che la notizia mi porta una sincera amarezza. Sono cresciuto e ho conosciuto tante belle compagnie grazie a loro e adesso che, purtroppo, non esiste più, prendiamo il passo come la conseguenza di poche realtà che inglobano gli instancabili fedeli delle piccole situazioni. Chi non regge il confronto, alla fine viene privato del flusso che si collegava in passato.
Voglio sperare che, nel luogo in cui mi sono ormai affezionato, non capiti mai la stessa cosa altrove, ma dopo la fatica espressa da un'azienda che è stata tra i leader assoluti di un settore, se analizziamo la continua evoluzione che c'è nel web, non si sa veramente cosa potrebbe accadere fino al termine di una generazione.

Le tendenze cambiano e i giovani sono sempre alla ricerca di novità, lo vediamo con l'uso degli smartphone, cioè in un mondo dove esce qualcosa di diverso nel breve periodo e i ragazzi dimenticano quasi immediatamente quello che prima era fondamentale tra le loro abitudini online.
Mi viene da fare una giusta riflessione. Quale futuro può esserci se un'idea dura così poco per poi essere messa molto velocemente in un angolo?

Servirebbe una via di mezzo e, mentre con la meritocrazia si può dare l'opportunità di aiutare a far emergere le cose che riteniamo utili per l'apporto di un valore aggiunto, dall'altro lato dovremmo tutelare le risorse che potrebbero fornire ulteriori offerte interessanti da servire a tutti quanti.
Invece, sembra che i neofiti facciano la corsa per accaparrarsi il primo posto appena si intravede qualcosa di lievemente differente, senza riflettere con la corretta attenzione se conviene lasciare ciò che fino a quell'istante aveva regalato delle circostanze magnifiche.

Il ragionamento vorrei spostarlo, evidenziando che ormai non c'è nemmeno il momento per approfondire ciò che si sta usando per passare troppo celermente al prossimo social media e all'altro ancora e così il risultato ci trova approssimativamente incapaci di apprendere bene le caratteristiche complete.
Sarò un po' all'antica, ma sono certo che un giorno ci pentiremo di questa forma di disattenzione, perché con tale criterio cresce solo un consumismo tecnologico che non ci soddisferà mai e che, inoltre, abbasserà il nostro livello pratico.

Anche stavolta mi sono immerso nei ricordi e spero di aver portato nella giovinezza, cioè quando c'era l'adrenalina di capire chi si nascondeva dall'altra parte dello schermo.
Con gli Hangout è meglio rimanere in contatto vedendosi in faccia, però la simpatica curiosità investigativa dei vecchi metodi basati unicamente sulla scrittura, non li batte nessuno.